LE LUCI DEI MAESTRI DIMENTICATI
Giovedì 27 marzo 21.15
Тіні забутих предків (Le ombre degli avi dimenticati, 1964) Sergei Paradjanov (Ucraino sott.italiano)
Giovedi 3 aprile 21.15
Sayat Nova (Il colore del melograno, 1968-69) Sergei Paradjanov (Georgiano sott.italiano)
Sayat Nova/ Color Of Pomegranate(1970) girato in Armenia è l'eresia narrativa più rigorosa del regista; la storia di un trovatore del Settecento, è il pretesto per stravolgere il rapporto organico che lega il cinema alla storia nazionale: la sintesi di secoli di umiliazioni collettive emerge dalla carica simbolica attribuita all'iconografia popolare e, data la dissoluzione della trama in un grandioso poema nazionale, l'effetto proviene dall'accumulo delle scene. L'esuberanza etnografica del film precedente cede il posto a un immobilismo innaturale, a una staticità ipnotica, a un ritmo largo che accentua la portata simbolica degli eventi. A differenza del misticismo di maniera di Tarkovky, Paradzanov critica, attraverso la figura del suo prete solitario (interpretato da tre attori, due uomini e una donna), i riti e le strutture clericali.
Giovedi 10 aprile 21.15
Ambavi Suramis tsikhitsa (La leggenda della fortezza di Suram, )1984 Sergei Paradjanov
Questa è la differenza principe tra l’opera letteraria e l’opera cinematografica - scrive Pier Paolo Pasolini in Empirismo eretico -: "L’istituzione linguistica, o grammaticale, dell’autore cinematografico è costituita da immagini: e le immagini sono sempre concrete, mai astratte". Quella del cinema, dunque, è tendenzialmente una lingua di poesia, non una lingua di prosa, o narrativa. Sono, queste, osservazioni famose e insuperate. E ora, come dopo un lungo sonno in qualche angolo della memoria, tornano alla coscienza. A evocarle è lo stile di Sergej Paradzanov. Non c’è narratività prosastica in La leggenda della fortezza di Suram, o almeno non c’è per noi, costretti a misurarci con un universo di significati e sentimenti che riusciamo a mala pena a intuire, in bilico come sono tra un vago ricordo della cultura d’Occidente e un primo sentore di quella d’Oriente
Giovedi 17 aprile 21.15
Ashugi Qaribi (Ashik Kerib, 1988) Sergei Paradjanov (Georgiano sott.italiano)
E' l'ultimo film di Sergej Parajanov, il grande regista georgiano di origine armena morto dopo averlo presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia dell'88. Come "La leggenda della fortezza di Suran"; lo aveva diretto in collaborazione con un altro regista georgiano, David Abashijle, con cui divideva quelle ricerche su un cinema fatto di pittura, di teatro e di danza che, pur perseguitato dalle autorità sovietiche, lo avevano imposto anche all'estero, alla fine dei Sessanta con ôIl colore del melograno, un'opera che ha fatto epoca. Anche qui lo stesso linguaggio e il gusto spiccato per le leggende ridotte in forma di pantomina.
Giovedi 24 aprile 21.15
EDWARD II (GB 1991) Durata: h 1.01 Regia: Derek Jarman (inglese sott. Italiano)
Dal dramma (1592?) di Christopher Marlowe. Salito al trono, il giovane Edoardo dà scandalo portando a corte l'amante Gaveston e suscitando l'ostilità della moglie, dei nobili e degli ecclesiastici. Tragica fine per entrambi. Stilizzata in abiti moderni e in un vuoto scenografico di controluci e spazi chiusi, la libera trasposizione si concentra con una forza di sinistra bellezza sull'impari lotta tra istituzioni del potere e libertà individuale, raffigurata attraverso “l'amor imprigionato” e proibito perché omosessuale. Ottimo cast dove spicca la regina della Swinton, premiata alla Mostra di Venezia. Annie Lennox canta “Every Time Say Goodbye” di Cole Porter.