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il mese delle memorie (2018)

Le guerre, con i loro orrori, e i massacri di ogni genere sono conseguenze delle scelte dei potenti, che se ne servono per i loro interessi, ma, purtroppo, gli esecutori materiali sono tra la gente comune. I soldati, i fanatici, ma anche gli ignavi, gli indifferenti, tutti hanno la loro parte di responsabilità, nessuno è davvero innocente, ad esclusione dei bambini.

Quindi, coltiviamo la memoria perché ci aiuti a scegliere la porta giusta da aprire.

 

Venerdì 12 gennaio 21.30

Shooting dogs 

Un film di Michael Caton-Jones. Con John Hurt, Hugh Dancy, Dominique Horwitz, durata 115 min. – Gran Bretagna, Germania 2005. Sottotitolato in italiano

Shooting Dogs prende spunto dalle reali vicende accadute nel 1994 all’Ecole Technique Officielle (ETO) di Kigali, dove più di duemila fra uomini, donne e bambini tutsi furono massacrati dalle milizie estremiste hutu, dopo essere stati abbandonati dalle forze ONU. Il plot è incentrato sul punto di vista di due occidentali: il generoso e carismatico direttore, padre Christopher (John Hurt), e il giovane professore di belle speranze, Joe Connor (Hugh Dancy). All’interno del recinto della scuola, un presidio di soldati ONU comandati dal capitano, belga ed ebreo, Delon (Dominique Horwitz) basta a tenere fuori dal cancello decine di sbandati miliziani armati di machete, ma non ad arginare l’orrore che viene consumato appena pochi metri fuori.

Appellandosi burocraticamente al rispetto delle regole d’ingaggio, che impediscono loro di sparare se non attaccati, i caschi blu si preoccupano però di uccidere i cani che mangiano al di là del cancello le carogne dei civili tutsi abbandonati in strada - da qui il titolo del film.

(Tratto da www.cinemafrica.org) 

 

Venerdì 19 gennaio 21.30

The Act of Killing

Un film di Joshua Oppenheimer. Con Haji Anif, Syamsul Arifin, Sakhyan Asmara, Anwar Congo, Jusuf Kalla, durata 115 min. - Danimarca, Norvegia, Gran Bretagna, Svezia, Finlandia 2012. Sottotitolato in italiano

Nel 1965, con un colpo di stato, l'esercito depone il governo indonesiano. In meno di un anno chiunque si opponga alla dittatura militare viene accusato di comunismo e trucidato con l'appoggio della Gioventù di Pancasila. Appartenenti ai sindacati e alla minoranza etnica cinese, contadini privati della propria terra e intellettuali sono giustiziati dai paramilitari e da piccoli fuorilegge elevati allo stato di killer spietati. Gli assassini di ieri oggi sono uomini benestanti che hanno accettato di ricreare le scene delle loro torture e esecuzioni.

È un varco sul mondo del negativo quello aperto dallo sconvolgente documentario diretto da Joshua Oppenheimer, una breccia verso un male assoluto incredibilmente restituito da una macchina da presa che sceglie di non commentare.

Sconvolge e indigna quest'esempio estremo di cinema-verità, una visita tetra e senza via di scampo nella follia e nella crudeltà in cui si intravede un solo barlume di speranza. Difficile da guardare e da dimenticare.

(Tratto da www.mymovies.it) 

 

Venerdì 26 gennaio 21.30

Lore

Un film di Cate Shortland. Con Saskia Rosendahl, Nele Trebs, Kai-Peter Malina, Mika Seidel, André Frid, durata 109 min. - Germania, Australia, Gran Bretagna 2012. Sottotitolato in italiano

Con questo film, Cate Shortland, propone un film intenso, malinconico e soprattutto originale, visto per una volta da un'angolatura diversa trattando pur sempre di una delle innumerevoli vittime del nazismo. Questa volta una vittima indiretta come Lore, la quale prima perde entrambi i genitori e poi si assume l'arduo compito di accudire i fratelli, crescerli, proteggerli ed infine portarli in salvo, a casa dell'unica parente rimasta in vita: la nonna. Un percorso che segna il brusco e inevitabile passaggio nell'età adulta con tutte le complicanze e responsabilità che ne conseguono.

Ma Lore è molto di più, in maniera più simbolica ed astratta rappresenta l'incarnazione (metaforica) della nuova Germania che ha ereditato gli orrori della generazione precedente oltre ad una società frammentata e violenta. Una nazione che non aspettava altro che risorgere, sotto luce nuova, e ricominciare a vivere.

Regia impeccabile, fotografia e ambientazione stupenda. Un film delicato, poetico, memorabile. Visionarlo è un'esperienza unica mentre dà gli spunti necessari per riflettere e capire il dramma psicologico di questo piccolo gruppo di persone.

Una perla indipendente da non farsela sfuggire.

(Tratto da www.mymovies.it)

Prima di ogni proiezione verrà organizzato un Apericinema a cura dei volontari della Casa del Popolo di Settignano

 

 

Domenica 28 gennaio

Ore 18.00

Maestro

Alla ricerca della musica nei campi

Un documentario di Alexandre Valenti.

Francesco Lotoro, pianista e compositore di Barletta, ha dedicato parte della sua vita ad una missione titanica: ritrovare la musica composta clandestinamente nei campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale. Una ricerca affannosa e infinita nella memoria di uomini e donne che fecero della musica un atto di resistenza. Francesco Lotoro ha intrapreso un lungo viaggio che lo ha portato prima ad Auschwitz poi a Praga, Berlino, Parigi, Washington e Gerusalemme, dove ha incontrato i sopravvissuti dellOlocausto, i loro figli, chiunque custodisse una nota composta durante la prigionia per strapparla all'oblio a cui il nazismo la voleva per sempre. In oltre 20 anni di attività instancabile, è riuscito a recuperare migliaia di spartiti, facendo risuonare tante melodie che tra il 1933 e il 1945 i prigionieri composero nei lager nazisti come un insopprimibile inno alla vita.

(La Grande Storia - www.raiplay.it) 

a seguire

Concerto

Ensemble ALRAUNE

Clara Franziska Schötensack violino

Marna Fumarola violino

Stefano Zanobini viola

Hildegard Kuen viola

Augusto Gasbarri violoncello

Marco Martelli contrabbasso

 

MARCEL TYBERG Sestetto per archi in fa minore

Allegro non troppo

Scherzo

Adagio molto sostenuto

Scherzo (tempo di minuetto)

Finale 

 

Marcel Tyberg (1893-1944) é stato pianista, compositore e direttore d'orchestra.

Durante l'occupazione nazista Tyberg fu arrestato e spedito nei campi di concentramento di San Sabba e di Auschwitz, dove morí il 31 Dicembre 1944.

Ogni regime autoritario si trova ad operare in più direzioni per cercare di guadagnarsi un futuro.

Innanzitutto nega la libertà politica e sindacale ai propri cittadini. Non sono permessi partiti di opposizione, si vietano le manifestazioni, critiche al regime diventano un reato.

Contemporaneamente mette sotto controllo o condizionamento i “media” e l’informazione per nascondere notizie negative. Questo può avvenire in maniera plateale, chiudendo per esempio testate giornalistiche nemiche, o subdola, nominando come direttori e giornalisti proprio simpatizzanti o amici.

Infine organizza istruzione, cultura e intrattenimento “di stato”. Ogni espressione artistica viene usata per rafforzare il nazionalismo (l’amore per la patria può tradursi facilmente in un appoggio al governo in carica), per svagare le persone (i romani dicevano “panem et circenses”) o per creare cittadini che credono nel proprio regime (sia a livello scolastico che nei film o nelle opere musicali si descrivono i propri capi come grandi personaggi, come nuovi Napoleone, e si insiste su alcuni ideali o “credo” che il regime ritiene fondamentali). Tra le espressioni artistiche, rientra ovviamente anche la musica, vocale o strumentale, colta o d’intrattenimento che sia.

Ora chiediamoci: come mai la musica di Hindemith, Schul o Lutoslawski è stata vietata dal regime nazista? Il motivo c’è sempre, talvolta chiaro e banale, altre volte flebile o incoerente. Molto probabilmente il motivo e gli obiettivi insiti in questi divieti furono intuiti da pochissimi cittadini tedeschi negli anni Trenta e Quaranta e quasi mai ritenuti pericolosi per la propria libertà. Eppure erano pur questi dei segnali: queste piccole libertà negate avrebbero dovuto far accendere lampadine di allarme ad ognuno.

Il progetto dell'Ensemble Alraune é teso a riscoprire e riproporre tale musica.

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