Quest'anno abbiamo scelto di concentrarci su alcuni conflitti recenti - Bosnia, Palestina, Siria - ai quali si unisce un omaggio non retorico alla resistenza antifascista dell'ultima guerra mondiale. Diversamente dagli anni scorsi, quindi, non parliamo di storie ignote o dimenticate. Crediamo comunque che anche queste possano essere oggetto di ulteriori riflessioni, oppure possano essere analizzate in un modo diverso da quello usuale. In questo modo intendiamo dare un contributo alla (ri)costruzione di quella memoria storica che costituisce la base irrinunciabile del nostro futuro.
“Puzzlestan”: i confini sono i limiti dei popoli
un documentario di Ivan Grozny Compasso.
Drammatico, guerra, durata 44 min. – Produzione Ya Basta, Italia, 2015
Immagini non realistiche ma reali.
Dalla Turchia alla Siria e ritorno, Iraq e ancora Siria. Diversi viaggi con l’intento di raccogliere il maggior numero di tasselli di questo grande e complicato mosaico che si scompone e si compone a causa di conflitti, dichiarati o no. Storie di confine, dove questo muta e si definisce secondo quanto accade sul terreno di guerra. In mezzo, popoli e popolazioni, costrette alla fuga e le storie di quelli che hanno deciso di combattere, di resistere per ricostruire daccapo, come i combattenti curdi e l’anomalia che rappresentano in quella regione del mondo.
Dicembre 2014: Kobane una settimana nella città sotto assedio, con i combattenti Ypj/Ypg.
Soli contro l’Isis uomini e donne combattono insieme. Documenti originali sequestrati agli uomini in nero, immagini dal fronte e dalla città in rovina.
Luglio 2015: tra gli sfollati Ezidi di Sinjar, i siriani fuggiti dalla guerra, i cristiani di Teleskof in fuga a Duhoq e quelli che resistono ad Al Qosh. Il racconto di com’era e di com’è questo nuovo Iraq.
Agosto 2015: la liberazione di Hasseke, con immagini della battaglia per la liberazione, l’entrata nella città distrutta, i campi profughi di Deriq, gli ospedali e le città del Rojava liberate dai combattenti curdi.
Venerdì 15 GENNAIO 18.30
The Whistleblower
Un film di Larysa Kondracki. Con Rachel Weisz, Monica Bellucci, Vanessa Redgrave, David Strathairn, David Hewlett. Drammatico, durata 108 min. - USA 2010
(English,,Romanian, Russian, Serbian, sottotitolato in italiano)
Katryn Bolkovac, poliziotta del Nebraska divorziata e con una figlia adolescente affidata al marito, decide di fare richiesta per una missione dell'Onu in Bosnia per poter guadagnare a sufficienza per tentare di ottenere la custodia della ragazza. Siamo nel 1999 e le forze di pace controllano il territorio con l'aiuto di contractors della società britannica Democra. Katryn, dopo poco tempo dal suo arrivo a Sarajevo, scopre un traffico di minorenni dall'Est Europa: Potrebbe trattarsi dell'ennesima e ormai purtroppo ben nota tratta se non venisse progressivamente alla luce una ben più atroce verità. Le ragazze vengono messe a disposizione degli uomini delle Nazioni Unite e delle varie forze di pace che le brutalizzano. Katryn, colpita in modo particolare dalla situazione di due di loro, decide di indagare a fondo rischiando sul piano personale.
Quello di Larysa Kondracki potrebbe sembrare l'ennesimo film (anche un po' in ritardo) sulla sporca guerra nella ex Jugoslavia. Invece, inserendosi nella scia della denuncia civile alla Winterbottom e con una Rachel Weisz in stato di grazia, si evidenzia come un'opera che si libera da uno schematismo che a volte sa di maniera. Cominciamo con il chiarire il significato del titolo. Il whistleblower è colui o colei che riferisce, in pubblico o ai propri superiori, di attività illegali commesse in un'istituzione governativa oppure in una compagnia privata o pubblica che sia. Si tratta di una figura protetta dalla legislazione americana sin dal 1863. In questo specifico caso la società definita come Democra è in realtà la DynCorp International che ha continuato ad operare per il governo statunitense sia in Iraq che in Afghanistan. Ciò che però procura uno sconcerto ancora maggiore è che in tutto ciò fossero coinvolti uomini delle Nazioni Unite a diversi livelli. Il senso di impotenza di una donna che vuole proteggere altre donne dalla perversione maschile (contro la quale gli stessi soggetti istituzionali dovrebbero lottare) emerge con grande forza da un film che si basa su fatti realmente accaduti (si veda il blog della vera Bolkovac).
Ci sono scene che toccano nel profondo per un motivo molto semplice: al cinema e in televisione abbiamo già assistito più volte alle atrocità commesse durante quel conflitto. Si aveva però l'impressione di poterle quasi chirurgicamente separare da noi e dal nostro vissuto. Erano i serbi, i bosniaci, i croati a trasformarsi in belve feroci contro esseri indifesi. Qui ci viene invece detto (con la forza del cinema) che non è andata solo così, che chi è andato con la missione di pacificare è rimasto invece (in alcuni casi ovviamente) a perpetrare il crimine. Ci sono film necessari e The Whistleblower è uno di questi. È forse per questo motivo che una distribuzione a volte miope non lo ha fatto uscire nelle sale del nostro Paese.
Venerdì 15 GENNAIO 21.30
Snijeg
(Neve)
Un film di Aida Begic. Con Zana Marjanovic, Jasna Ornela Bery, Sadzida Setic Vesna Masic, Emir Hadzihafizbegovic. Drammatico, durata 99 minuti. Bosnia ed Erzegovina, Germania, Francia, Iran 2008.
Sei donne, un nonno, quattro ragazze e un ragazzo vivono a Slavno, un villaggio isolato e devastato dalla guerra. Le loro famiglie e i loro amici sono stati uccisi, e i loro corpi mai ritrovati. L’arrivo della neve isola ancora di più il villaggio dal resto del mondo, e rischia di mettere in pericolo le vite dei pochi rimasti. Gli abitanti di Slavno, guidati da Alma, una giovane donna ostinata e determinata, cercano di combattere la povertà vendendo marmellate di prugne, frutta e verdure. Gli affari vanno bene, e il villaggio inizia a farsi conoscere. Un giorno, due uomini d’affari visitano Slavno e propongono ai residenti di lasciare il villaggio in cambio di denaro. Gli abitanti sono ora di fronte a un dilemma: accettare un’offerta che potrebbe salvare loro la vita, ma far perdere loro l'anima? Una tempesta improvvisa blocca gli uomini d’afffari a Slavno, costringendoli ad affrontare l'imprevisto: la verità.
Sabato 16 GENNAIO 18.30
Nella terra del sangue e del miele
Un film di Angelina Jolie, con Zana Marjanovic, Goran Kostic, Rade Serbedzija, Vanessa Glodjo, Nikola Djuricko.
Drammatico, durata 127 min., USA 2011
(bosniaco, serbo, sottotitolato in italiano)
La Jolie si confronta con temi estremamente duri e spinosi: non solo la crudeltà della guerra, ma uno spaccato di uno dei drammi più atroci che si consumano in essa, quello degli stupri, aberrante strumento di sopraffazione. Stupri mostrati dalla Jolie senza filtri, nella loro bieca e violenta vividezza.
La storia racconta di Danijel, poliziotto serbo, e Anja, giovane pittrice musulmana. Nonostante le diversità culturali, tra i due si instaura un legame speciale. Nel 1992, scoppia la guerra e i due si trovano su fronti opposti. Danjiel è infatti figlio di un generale al comando delle truppe che operano rastrellamenti e violenze di ogni genere sui musulmani e si trova ad arrestare Anja insieme ad altre donne che verranno umiliate e violentate. La presenza della donna però lo mette in crisi e cerca di proteggerla come può. Fino a quando suo padre verrà a sapere che ha una relazione con una nemica.
Il dramma della guerra combattuta dai potenti, diventa il dramma umano dei singoli, travolti da immane violenza e costretti ad odiare anche le persone amate. Un film potente e umano allo stesso tempo, che aiuta a non dimenticare uno degli eventi più tragici della nostra storia recente.
Sabato 16 GENNAIO 21.30
As If I Am Not There
Un film di Juanita Wilson, con Natasha Petrovic, Fedja Stukan, Jelena Jovanova, Sanja Buric, Irina Apelgren, Zvezda Angelovska. Drammatico, durata 109 min. – Irlanda, 2010
(bosniaco, sottotitolato in italiano)
Samira è una giovane insegnante in partenza da Sarajevo verso un piccolo villaggio, per sostituire un professore scomparso improvvisamente. La ragazza coltiva il
sogno di poter istruire i ragazzini attraverso quei libri che le permettono di vivere, di sognare una vita felice senza massacri civili come ogni giorno avvengono nei
territori bosniaci. Un giorno i soldati serbi fanno irruzione nel villaggio uccidendo tutti gli uomini del paese per rapire le donne e trasportarle in un campo militare
isolato e sperduto. Per Samira e le altre sventurate è l’inizio di un incubo in cui gli stupri sono all’ordine del giorno, chi è debole muore. Ma i soldati sono uomini e
le donne non sono animali, Samira questo lo sa e imprudentemente reagisce vendendo il suo corpo al capitano, ottenendo in questo modo una vita migliore, anche se
chiamarla vita non è esattamente corretto.
Esordio alla regia per Juanita Wilson, un regista irlandese che ha pensato bene di raccontare una storia vera ispirata al libro di Slavenka Drakulić, basato sulla storia
che la scrittrice ha vissuto nel 1990 durante la guerra balcanica. Il film è un viaggio emozionante che mette in mostra scene crude che fanno rabbrividire alla sola
idea per il fatto che è tutto vero quello che si vede, episodi capitati solamente alcuni anni fa. Grandissima la prova di Natasha Petrovic, qui al suo secondo film ma che
dimostra un grande talento espressivo. Sicuramente avrà un’ottima carriera e se gli americani la noteranno, il film è stato selezionato per essere nominato agli Oscar
2012 come miglior film straniero, potrà avere maggiori possibilità di un successo internazionale.
Venerdì 22 GENNAIO 21.30
Valzer con Bashir
(Vals Im Bashir, Waltz With Bashir)
Un film di Ari Folman, con Ari Folman, Mickey Leon, Ori Sivan, Yehezkel Lazarov, Ronny Dayag.
Animazione, durata 87 min. - Israele, Germania, Francia 2008
Una sera, in un bar, un vecchio amico racconta al regista Ari Folman un incubo ricorrente nel quale 26 cani feroci lo inseguono. Lo stesso numero di animali, ogni notte. I due giungono alla conclusione che c’è un legame tra l’incubo e la loro missione nelle file dell’esercito israeliano durante la prima guerra del Libano, all’inizio degli anni ‘80. Ari si sorprende a scoprire di non ricordare niente di quel periodo della sua vita. Incuriosito da questo fatto inspiegabile, decide di incontrare e intervistare vecchi amici e compagni d’armi in giro per il mondo. Ha bisogno di scoprire la verità su quel periodo e su se stesso.
Mano a mano che Ari va avanti con le ricerche, nella sua memoria cominciano ad emergere immagini surreali …
Sabato 23 GENNAIO 21.00
Presentazione a cura di Claudio Lombardi (Associazione Amicizia Italo-Palestinese) e Cristina Lascialfari
Massaker – Sabra et Chatila par ses bourreaux
un documentario di Monika Borgmann, Lokman Slim e Hermann, Theissen. Durata 99 min. – Germania, Svizzera, Francia, Libano, 2005
(arabo, sottotitolato in italiano)
Tra il 16 e il 18 Settembre del 1982, per due notti e tre giorni, i killer di Sabra e Shatila perpetrarono i loro atroci crimini. In conclusione, hanno ucciso tra i 1000 e i 3000 civili palestinesi, principalmente donne, bambini e anziani. Il numero preciso delle vittime – tra gli uccisi e gli scomparsi – non è ancora conosciuto. I responsabili venivano principalmente dalle file delle Forze Libanesi, Milizia Cristiana affiliata ad Israele. La logistica per questo massacro venne fornita dall’esercito israeliano, sugli ordini dell’ex Ministro della Difesa e attuale Ministro-Presidente, Ariel Sharon. Nel 1982, il massacro nei Campi Palestinesi in Libano, colpì profondamente la popolazione mondiale, ma oggi è stato (quasi) completamente dimenticato. Questo a discapito del fatto che è stato un modello di comportamento per tutti i massacri che sono seguiti: per esempio quello in Rwanda o quelli compiuti durante la guerra in Yugoslavia. E ancora ed ancora, la domanda irrisolta torna a galla: cosa conduce le persone a questi eccessi di brutalità, e come possono i colpevoli continuare a vivere?
Venerdì 29 GENNAIO 21.30
Presentazione a cura di Simone Neri Serneri, Presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana
Eric Gobetti, storico e regista del film
"Partizani, la resistenza italiana in Montenegro"
un documentario di Eric Gobetti
Niksic, Montenegro, 9 settembre 1943. Poco dopo l’alba l’artigliere Sante Pelosin, detto Tarcisio, fa partire il primo colpo di cannone contro una colonna tedesca che avanza verso le posizioni italiane. Nelle settimane successive circa ventimila soldati italiani decidono di non arrendersi e di aderire alla Resistenza jugoslava.
I partigiani della divisione Garibaldi raccontati in questo film sono eroi semplici, che hanno combattuto il freddo, la fame e una devastante epidemia di tifo, pagando con tremende sofferenze una scelta di campo.
Con immagine inedite tratte dagli archivi jugoslavi e interviste ai protagonisti di questa eroica vicenda.
Sabato 30 GENNAIO 21.30
Presentazione del libro
“Testimonianze della Resistenza toscana (1943-1945)”
di Orlando Baroncelli
con la presenza dell’autore
Intervengono;
Moreno Biagioni ( Presidente Archivio del Movimento di Quartiere di Firenze)
Silva Giannini (attrice)
Questo libro di Orlando Baroncelli riveste una notevole importanza in quanto ricostruisce, anche attraverso interviste inedite, le storie di giovani partigiani e resistenti, tutti toscani, prima che di loro si perda ogni traccia.
Raccogliendo le testimonianze di alcuni degli ultimi partigiani toscani viventi, raccontando le loro storie, l’autore offre uno spaccato della Resistenza toscana e al contempo ricostruisce i sacrifici, le paure, le speranze e gli ideali di una generazione di combattenti per la libertà che ha dato un contributo fondamentale alla costruzione della democrazia italiana nell’immediato dopoguerra.
Attraverso la voce diretta dei protagonisti, il racconto dei fatti diviene sempre più incalzante e avvincente: si rievocano alcuni episodi decisivi della lotta partigiana in Toscana come il periodo dell’“emergenza insurrezionale” e la battaglia per la liberazione di Firenze, la discesa dei partigiani dal Monte Javello per la liberazione di Prato con il sacrificio dei 29 martiri di Figline, la situazione a Vernio e dintorni, una missione nell’Appennino tosco-emiliano, la tenace e ostinata resistenza della popolazione massese e apuana.
Questi racconti – che danno un’idea delle dinamiche e dei rapporti tra i vari movimenti della Resistenza, gli Alleati e tutte le altre forze in campo – possono rivelarsi un prezioso strumento di approfondimento didattico, impreziosito dai documenti fotografici e dal lavoro di ricerca svolto dall’autore presso gli archivi dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e su riviste dell’epoca, come «Il Ponte» diretto da Piero Calamandrei.
L’opera, rivolta soprattutto agli studenti al fine di mantenere viva la memoria storica della Resistenza nelle nuove generazioni, è arricchita da un’ampia sintesi cronologica della Resistenza in Italia e in Toscana, utile anche a fini didattici.
Il libro è rivolto in particolare ai giovani di oggi – è fatto, in primo luogo, per circolare nelle scuole –, ma è senz’altro utile anche per coloro che tendono a dimenticare cosa sia stata la Resistenza e come nella lotta partigiana affondino le radici della nostra Costituzione.