Venerdì 3 febbraio 21.30
Va’ pensiero,
storie ambulanti
Un film documentario di Dagmawi Yimer, 2013, durata 55 minuti.
Presentazione a cura di Paule Yao (AMM)
Due storie parallele, due eventi di violenza e di razzismo, raccontati in modo alternato dalle vittime, con un tono di voce che però non ha perso la speranza nell’umanità e la voglia di andare avanti...
Va’ pensiero è il racconto incrociato di due aggressioni razziste a Milano e Firenze e della complicata ricomposizione dei frammenti di vita dei sopravvissuti. Milano: Mohamed Ba, 50 anni, griot, attore e educatore senegalese residente in Italia da 14 anni, viene accoltellato il 31 maggio del 2009 in pieno giorno, nel centro di Milano. Firenze: Mor e Cheikh, immigrati anche loro dal Senegal e residenti a Firenze, vengono colpiti il 13 dicembre 2011 mentre sono al lavoro al mercato di San Lorenzo. Le storie dei tre protagonisti s’incrociano nel racconto delle loro drammatiche esperienze di vita e, malgrado tutto, le loro speranze di continuare a vivere in Italia, con la continua paura e incertezza di incrociare uno sguardo o un gesto che li riporti al momento dell’aggressione.
Venerdì 10 febbraio 21.30
Limbo
Regia di Ben Sharrock. Un film con Kwabena Ansah, Vikash Bhai, Grace Chilton, Kenneth Collard, Amir El-Masry. Genere Drammatico - Gran Bretagna, 2020, durata 103 minuti..
In attesa di ottenere asilo.
C'è una città verticale, imponente e svettante, che ogni tanto si mostra, ma sempre a distanza. E poi c'è tutto il resto, giù, in basso, sprofondato in un cunicolo di strade ingombre, vicoletti, magazzini abbandonati che s'infilano l'uno nell'altro, case marcescenti, tutto affogato nell'immondizia e nei liquami.
(mymovies , recensione di Emanuela Martin)
Venerdì 17 febbraio 21.30
Benvenuti in Italia
Un film documentario di
Aluk Amiri, Hamed Dera, Hevi Dilara, Zakaria Mohamed Ali, Dagmawi Yimer, 2012, durata 60 minuti.
Un ritratto composito dell’Italia e del suo sistema di accoglienza riflesso negli occhi di chi arriva.
BENVENUTI IN ITALIA è un film documentario in cinque episodi girato a dieci mani, prodotto dall’Archivio delle memorie migranti con il sostegno dell’Open Society Foundations e della Fondazione lettera27, in collaborazione con Asinitas e Circolo Gianni Bosio. Gli autori del film, provengono da mondi lontani tra loro e sono stati selezionati indipendentemente dalla loro esperienza nel campo degli audiovisivi. Molti di loro non avevano mai preso una telecamera in mano. Dopo un percorso di formazione, hanno scelto di ambientare le storie nei diversi contesti del loro arrivo.
Aluk Amiri, giovane afghano giunto in Italia all’età di quindici anni, racconta i tormenti del giovane Nasir, suo alter ego, nel giorno del suo diciottesimo compleanno in un appartamento messo a disposizione dal Comune di Venezia per i rifugiati politici.
Zakaria Mohamed Ali, costretto a lasciare Mogadiscio dopo l’omicidio del suo maestro di giornalismo e di altri colleghi, dà voce ai sogni di gloria di Dadir, campione di calcio affermato nel suo paese e oggi costretto a viaggiare senza biglietto da Milano a Roma per giocare con la ‘nazionale somala di Roma’.
Hevi Dilara, rifugiata curda, racconta lo spaesamento di una giovane famiglia appena sbarcata in un centro di prima accoglienza di Ercolano.
Il burkinabé Hamed Dera riprende l’attività e gli ospiti della pensione “chez Margherita”, punto di riferimento della comunità burkinabé a Napoli, prima della sua imminente chiusura.
Il filmmaker e rifugiato etiope Dagmawi Yimer segue il mediatore culturale e attore senegalese Mohamed Ba mentre rievoca quando, in una bella giornata di sole, uno sconosciuto decide di accoltellarlo davanti alla fermata dell’autobus.
Venerdì 24 febbraio 21.30
My small Land
Regia di Ema Kawawada. Un film con Daiken Okudaira, Lina Arashi. Genere Drammatico - Francia, Giappone, 2022, durata 114 minuti.
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Kawawada Emma in My Small Land cerca di approfondire, con un taglio quasi documentaristico senza con ciò rinunciare a una gestione squisitamente lirica e intimista della materia narrativa, la condizione dei richiedenti asilo residenti nell'Arcipelago, scrivendo di suo pugno una sceneggiatura di finzione che però corrisponde, purtroppo, alla storia vera di molti invisibili. Nonostante parli il giapponese come prima lingua e sia perfettamente integrata nell'ambiente scolastico, la vita non è facile per Sarya - Arashi Lina, attrice hafu di padre iraniano -, immigrata di origine curda in Giappone ormai da più di dieci anni, eppure ancora in attesa del riconoscimento dello status di rifugiata per se stessa e il resto della famiglia.
(mymovies, recensione di Giovanni Stigliano Messuti)