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NO TAVEVO DETTO

    

PROGETTO TEATRALE 

NO TAVEVO DETTO 

di e con Laura Pece / Stefano Greco 

musiche al pianoforte Francesca Bertozzi

    

DOMENICA 19 GENNAIO ORE 21.30

 

NO TAVEVO detto è un percorso di informazione e riflessione rispetto al tema dei treni ad alta velocità in Italia e sul sistema delle grandi opere che viene messo in atto per la ripartizione dei capitali in poche mani. Nonché una riflessione su come l'informazione venga  manipolata dai politici e dalla maggioranza dei mezzi di comunicazione ufficiali.“Una volta bastava una bustarella...oggi occorrono treni..”(No TAVevo detto)

 

Un percorso che segue le tappe principali dell'alta velocità in Italia: Afragola(NA), Tor Sapienza (RM), Mugello (FI) e infine la Val di Susa.

 

La protagonista Maria diventa ferroviera, convinta sostenitrice del progetto dell'Alta Velocità, inizia un percorso nel tempo (dai primi anni 90) e nello spazio, che la porta a conoscere le varie realtà devastate dalla grande opera.

 

IL viaggio di Maria sarà  sia personale, attraverso il lavoro, la casa, il mutuo; sia collettivo attraverso la voce di altri personaggi e le loro storie.

Un percorso che culmina con la consapevolezza che la realtà è fatta delle nostre scelte e se questa consapevolezza può sembrare scontata a livello intellettuale non lo è nella vita di tutti i giorni.

 

Il progetto No Tavevo detto nasce con l'ambizione di non essere civile ma tornare ad essere politico, teatranti direttamente coinvolti come attori e cittadini. Non solo testimoni o narratori di fatti storici, ma anche di parte, schierati contro le speculazioni che ricadono sulla vita di tutti. Schierati contro il disagio del lavoro che non rende liberi e con ancora un sogno nel cassetto:  allargare la capacità di immaginare un'esistenza migliore.

 

Ma non basta immaginare, è necessario fare una scelta, decidere il percorso ed essere pronti alle conseguenze. Non solo dicendolo ma con la pratica del fare ognuno con le proprie capacità ed il proprio agire, il nostro è: fare teatro.

 

Abbiamo scelto di fare attraverso questo spettacolo un passo ulteriore verso la così detta controcultura che pone il conflitto e la capacità di agire dei cittadini, non come valvola di sfogo, ma come un metodo efficace per tutelare la vita delle persone, contro la classe corrotta che ci governa di volta in volta.

Fare uno spettacolo dichiaratamente NO TAV ci pone ai margini dell'ufficialità, è una scelta fatta attraverso l'esperienza della val di susa, di quello che significa un territorio militarizzato e di quello che significa scegliere un argomento non gradito.

 

Noi viviamo di questo misurandoci ogni giorno con le difficoltà personali e professionali.

 

Teatranti e commedianti della nostra epoca ci mettiamo al servizio della società, senza parenti, senza padroni e senza padrini.

 

Fuori dagli intellettualismi, rigori tecnici e sperimentali, ma utilizzandone quanto basta per trovare un dialogo con le persone, una complicità umana spesso perduta.

Creando  personaggi riconoscibili anche da lontano e situazioni reali in cui la gente, che decide di ritornare a teatro, si riconosce.

 

La narrazione, il canto, la maschera e un buon allenamento all'improvvisazione sono i capisaldi di questo lavoro.

 

Percorriamo una via di mezzo tra l’arte e la vita, una via che non si disinteressa della realtà, tuttavia, non vuole una mimesi totale di ciò che rappresenta. Immagina situazioni e stati emotivi trovando nell’assurdità comica o tragica la stessa natura dei sogni.

 

 

 

Teatranti della Viscosa

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